Con occhi di tigre

Trascorrere del tempo in libreria è per me fonte di sorpresa. È come incontrare un amico caro. So nel profondo del cuore che dopo aver goduto della sua presenza, anche se per poco, non sarò più come prima.

Ci sono sguardi e parole che ci cambiano.

Così quando ci imbattiamo in un libro che cattura la nostra attenzione, ci soffermiamo ad osservarlo, lo prendiamo con delicatezza, lo sfogliamo tra le mani, scopriamo chi è l’autore, cerchiamo di capire la trama, leggiamo qualche passo, e ne ascoltiamo la risonanza interiore. Solo allora decidiamo se acquistarlo.

A ben guardare sembra che il libro ci abbia cercato e “chiamato”.

Così è successo con Con occhi di tigre, a scuola di vita dai grandi felini di Matteo Rampin e Gianni Mattiolo. Un libro che non si perde tra altri volumi grazie alla fotografia in copertina di una magnifica tigre bianca che ci guarda, suscitando in noi ammirazione e timore.

Se poi scopriamo i profili professionali degli autori: psichiatra e psicoterapeuta l’uno e trainer di grandi felini presso il bioparco Tiger Experience a Campolongo (Venezia) l’altro, non possiamo che addentrarci tra le righe di questo scritto.

 

Un felino come “coach”

Che cosa si prefiggono gli autori? Di trarre, dall’osservazione del comportamento di tigri, leoni, puma, pantere, leopardi e linci, alcune lezioni di vita utili e necessarie per l’uomo.

Ma perché i grandi felini e non il piccolo felino che gira per le nostre case?

Perché è proprio di fronte ad una tigre o ad un leone che riaffiora la primordiale paura di essere divorati e si scopre l’incapacità di fare fronte alla bellezza e forza della Natura e ci si trova a tu per tu con sé stessi.

In qualche modo percepiamo che siamo “piccoli” sebbene dotati di intelligenza, capacità di scegliere e di assunzione di responsabilità.

Se vogliamo affrontare un percorso di crescita personale, è necessario prendere contatto con i nostri limiti e le nostre paure, ed affrontare le sfide che la vita pone sul nostro cammino.

Così leggendo i racconti di vita vissuta da Gianni Mattiolo nel bioparco, impariamo che occorre accettare e valorizzare le contraddizioni della nostra personalità senza cercare di eliminarle o camuffarle.

Del resto il fascino magnetico dei grandi felini è la coesistenza di aggressività e tenerezza, calma e azione micidiale, leggera eleganza e forza pesante.

Insomma per suscitare meraviglia basta essere ciò che si è.

Cosa possiamo imparare osservando i grandi felini

Prima di tutto l’attenzione al linguaggio non verbale. Una leonessa nota ogni piccolo movimento e ne decifra il significato. Impariamo dunque anche noi a leggere il linguaggio privo di parole e ricordiamoci che l’effetto di un segnale corporeo è sempre bidirezionale.

Ognuno subisce quello altrui anche se non ne siamo pienamente consapevoli.

In un secondo luogo l’umiltà. Di fronte a un grande felino ci sentiamo vulnerabili; è necessario imparare ad avere fiducia nelle nostre capacità e riconoscere le nostre fragilità, dopo un’attenta valutazione di sé, e a saper apprezzare le virtù degli altri.

Dall’incontro e confronto con l’altro può emergere una nuova comprensione di noi stessi perché l’altro ha una sua specificità particolare, un’identità che ci interpella.

L’incontrare l’altro nella sua differenza è un’arte, richiede tempo e aperura mentale priva di pregiudizi e stereotipi.

Per conoscere il diverso da noi, è necessario l’ascolto e questo presuppone la capacità di far tacere il proprio ego, è un fare spazio.

Vivendo a contatto con i felini – affermano Rampin e Mattiolo – si impara a comprendere che ogni rapporto basato sulla forza è destinato presto o tardi ad essere sovvertito”.

La forza della dolcezza

La vera forza è trattenere la forza e la strategia vincente è la dolcezza, intesa come rispetto assoluto di tempi, spazi, priorità, rispetto delle differenze, delle distanze e delle specificità.

Così nell’educazione la dolcezza consiste nel far comprendere cosa è giusto e cosa sbagliato, quali le conseguenze di un comportamento, indicare al bambino un percorso per il raggiungimento del bene, del vero e del bello, mentre in un rapporto di coppia la dolcezza consiste nel mettersi nei panni dell’altro e guardare sé stessi da quella prospettiva.

Gli autori affrontano e analizzano altre dimensioni che emergono vivendo a fianco di questi magnifici animali: la crisi, l’escalation di aggressività, la paura, l’amicizia e suggeriscono dei percorsi di crescita.

A conclusione sottolineano la necessità di cambiare prospettiva in modo radicale e lasciano al lettore una domanda provocatoria:

“È possibile vedere la realtà con occhi di tigre? Di certo è possibile provarci… e vale la pena farlo”.

Se dunque avete voglia di imboccare strade di lettura alternative, quasi inesplorate, se cercate una diversa angolatura nella conoscenza di voi stessi, donatevi del tempo e del silenzio per immergervi nella lettura di Con occhi di tigre, magari con il vostro piccolo felino accanto.

Ne trarrete sicuramente beneficio. E anche il vostro gatto.

 

PER APPROFONDIRE

Autore: Maria Elena Zonta

Classe 1966. Laurea in Lettere, diploma in Scienze Religiose presso la facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, Counselor. Insegno Religione Cattolica al Liceo G.B. Brocchi di Bassano del Grappa. Amo il mio lavoro sempre nuovo e la relazione con gli studenti.

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