La ricerca di sé è antica quanto l’essere umano. Da quando ha cominciato ad andarsene eretto per il pianeta, l’homo sapiens si è posto una domanda. Anzi, La Domanda: chi sono? Per cercare risposte ha intrapreso pellegrinaggi, viaggi spirituali e ricerche personali di ogni tipo.
Il cammino che conduce alla consapevolezza è lungo, faticoso e pieno di ostacoli. Non stupisce quindi che abbia cercato aiuto, affidandosi a maestri e guide spirituali di ogni tipo, con la speranza che potessero accorciare il viaggio e renderlo meno spaventoso.
Con l’avvento della modernità liquida, che ha sciolto le vecchie certezze, il bisogno di guide a cui appoggiarsi per non naufragare nel mare in tempesta della modernità è aumentato a dismisura. E con l’aumento della domanda, manco a dirlo, è cresciuta anche l’offerta. È il mercato, bellezza!
Risultato: guru in tv, guru alla radio, guru in libreria… guru ovunque!
Un attimo, guru o para-guru?
Fenomenologia (semiseria) del para-guru
1. Grafomania – Scrivere scrivere scrivere
Il para-guru ha la mano lesta, sforna libri con la stessa disinvoltura con cui il fornaio sforna rosette, mantovane e baguette. Il pane che ti comprava la nonna era buonissimo anche il giorno dopo, ricordi? Mentre oggi è tanto se arriva alla sera senza essere diventato chewingum. La differenza? La qualità degli ingredienti e i tempi di lievitazione. Ecco, per i libri vale un po’ lo stesso principio.
2. Narcisismo – Sono figo, sono bello, sono fotomodello
I para-guru li pizzichi anche osservando le foto sui libri. Comincia dalla posizione (primo indizio): se la foto è in quarta di copertina o sull’aletta, buon segno. Tra poco ti dirò perché. Se è in copertina, accompagnata da posa plastica (secondo indizio) e sguardo convinto (terzo indizio), mmm… domanda: sta vendendo consapevolezza o sé stesso? Agatha Christie diceva: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”. Lascio a te la risposta.
3. Paternalismo – Te lo dico io come si fa
Il beneficio del dubbio non si nega a nessuno, nemmeno al para-guru. Apriamo il libro e cominciamo a leggere: punti esclamativi, imperativi, elenchi di leggi universali, autocelebrazione, anda da te-lo-dico-io-come-va-il-mondo… insomma, se ti sembra di sentire i tuoi genitori dei tempi d’oro (quando avevi circa cinque anni) sei autorizzato a sospettare di essere al cospetto di un para-guru.
4. Orientefilia – Un po’ di Oriente fa sempre chic e non impegna
Se poi i riferimenti culturali sono un cocktail di pensiero scientifico e filosofie orientali, con una spolverata di esoterismo, beh, forse è più di un sospetto. Ah, sia chiaro, il problema non sono i singoli elementi del cocktail… ma il mix alla carlona!
Facezie a parte, lungi da me demonizzare i para-guru. Alcuni mi stanno pure simpatici e non si può certo dire che non siano intelligenti. Il punto però è un altro: non sono i Maestri che dicono di essere.
Sono esseri umani. Proprio come te. Fanno mille errori. Proprio come te. Fanno mille cose buone. Proprio come te.
Esiste infatti una sola persona che può fregiarsi del titolo di Maestro. Vuoi sapere chi è?
Uccidi il Buddha
Qualche riga fa ti ho invitato a fare attenzione alle foto sui libri dei para-guru. Possono rivelarti il livello di narcisismo/egocentrismo dei loro autori.
Il vero maestro conosce una verità fondamentale: nessun uomo è più grande di un altro. Siamo tutti pellegrini.
Il vero maestro ha una sola missione: accompagnare i suoi discepoli e liberarli dalla sua ingombrante figura. Insomma, lavora per dare autonomia.
Il para-guru invece esercita un carisma che può diventare una morsa ancora più stretta delle catene che dichiara di voler spezzare. Il suo scopo il più delle volte non è liberarti, ma smuovere l’energia dei suoi seguaci per accrescere la propria.
Diversamente, il maestro ti accompagna rimanendo alle tue spalle o, al più, cammina al tuo fianco. Raramente si mette davanti a te e, se lo fa, è solo per darti lo stimolo di cui hai bisogno in quel preciso momento. Terminato il suo compito, tornerà al suo posto. Dietro di te, per lasciarti sperimentare.
L’umiltà è la sua cifra distintiva e, allo stesso tempo, il segno inequivocabile della sua grandezza. Non si fa problemi a condividere con te i suoi errori. È costantemente e perfettamente consapevole di ciò che vi accomuna: il desiderio di cercare e la comune condizione umana.
La verità è che quello verso la consapevolezza è un viaggio incredibile, pieno di sorprese entusiasmanti, che richiede però anche impegno, fatica e un po’ di sofferenza. La verità è che nessuno può fare questa fatica al posto tuo e le scorciatoie, credimi, lasciano il tempo che trovano. La verità è che non ci sono ricette buone per tutte le occasioni e il compito che hai è trovare le tue personali soluzioni. La verità è che puoi chiedere aiuto ai (buoni) maestri, ma gli strumenti che ti daranno vanno integrati nella tua personale visione del mondo. E anche questo richiede un po’ di fatica, se non altro quella di sperimentare e capire se fanno davvero per te.
“Se incontri il Buddha per la strada uccidilo!“, ammonisce il maestro Zen.
La Verità è che nessuno conosce la Verità. Uccidere il Buddha significa riconoscere pieno (non ho detto illimitato, eh!) potere a sé stessi.
La verità è che c’è un solo vero Maestro. Una sola persona che ha il patentino per insegnarti a vivere. E sei TU! :-)
PER APPROFONDIRE