Liberare il potenziale creativo con le tecnologie dell’intuizione

Qualche giorno fa mi sono preso una pausa. Per staccare la spina dal “delirio quotidiano” e (ri)attaccarla in un ambiente che ha il potere di sciogliere le mie preoccupazioni e ricaricarmi: il mare.

Il mare è una delle mie due grandi passioni. L’altra sono i libri; e infatti ne ho portati diversi con me. Leggere in riva al mare è una delle mie attività preferite. Mi rigenera.

Tra le letture che mi hanno tenuto compagnia, una mi ha letteralmente acceso.

Il titolo è Tecnologie dell’intuizione. Liberare il potenziale creativo delle organizzazioni e il suo autore è Enrico Giraudi. Ottimo nei contenuti e nello stile, l’ho divorato.

La prossima rivoluzione nella cultura del management avrà sempre più a che fare con questo: innescare processi generativi. 

E la dimensione dell’intuizione giocherà un ruolo fondamentale nella formazione e nella quotidianità di chi nelle organizzazioni vive e lavora, dai leader ai collaboratori.

Il modello delle tecnologie dell’intuizione mi ha convinto. Non offre ricette, ma spunti preziosi per allenarsi a creare – all’interno dei sistemi (viventi) organizzativi – le condizioni perché possano esprimere il loro maggior potenziale. Con vantaggi per tutto l’eco-sistema di cui fanno parte.

Vediamone alcuni.

Viviamo in un mondo V.U.C.A.

I lettori di Counseling Post hanno già avuto modo di conoscere Enrico Giraudi. L’ho intervistato nel 2016, abbiamo fatto una stimolantissima chiacchierata su due strumenti intriganti, che molto hanno a che fare con l’intuizione: le costellazioni familiari/sistemiche e le costellazioni organizzative/manageriali. Vi consiglio di prendervi qualche minuto per leggere quello che ci siamo detti, sarà tempo ben speso.

Tornando al libro, perché l’intuizione ricoprirà un ruolo sempre più importante nelle organizzazioni, profit e non?

Lo spiega efficacemente Alberto Mattiello – esperto di marketing e tecnologie – una delle (tre) voci a cui l’autore ha affidato la prefazione.

Perché viviamo in un mondo V.U.C.A.: Volatile (mutevole), Uncertain (incerto), Complex (complesso) e Ambiguous (ambiguo).

Vivere e lavorare in questo contesto è un po’ come camminare nella nebbia.

Un manuale di strategia aziendale, pieno di ricette su cosa fare e non fare, non è la soluzione.

Diventa fondamentale l’intuito. Ma cos’è esattamente l’intuizione? Possiamo allenare questa facoltà? Quali strumenti abbiamo a disposizione per metterla stabilmente al servizio delle organizzazioni?

Perché tecnologie dell’intuizione?

Il pensiero intuitivo è libero e autonomo. Non proviene direttamente da noi, ma si manifesta attraverso di noi.

È il frutto di un’intelligenza più profonda, che ci mette in contatto con le nostre potenzialità più alte.

Come individui, gruppi, organizzazioni e sistemi sociali.

Ammetto che, inizialmente, l’abbinamento tecnologie-intuizione mi è sembrato strano.

Nella mia testa, la parola tecnologia ha più a che fare con la razionalità che con l’intuito. Giraudi specifica però il perché: tecnologia, per lui, è sinomimo di disciplina, intesa come un insieme di comportamenti e strumenti che le organizzazioni possono mettere in campo per connettersi con questo potenziale. Per rendere l’intuizione una risorsa stabile e sempre accessibile, abbassando il volume della razionalità per fare emergere la voce dell’intuito.

In questo senso, le tecnologie dell’intuizione possono diventare il primo passo nella costruzione di sistemi più creativi, ispirati e flessibili.

Ce ne sono diverse e si stanno diffondendo sempre più nella consulenza organizzativa e nell’ambito delle risorse umane: le tecniche di Mindfullness, le Rappresentazioni Sistemiche, il Journaling, il Mapping 4D, il Presencing Theatre, il “Pensare con le Mani”, il Solution Foucused Work e altre che il libro descrive in dettaglio.

Hanno tutte in comune l’attenzione al corpo come veicolo di un’intelligenza più profonda di quella razionale.

Se c’è una porta che ci introduce nel nostro spazio intuitivo personale, questa infatti è proprio il nostro corpo.

Le leggi fisiche dell’intuizione

L’intuizione non è una cosa, ma è prima di tutto uno stato. Uno stato di coscienza diverso da quello logico-razionale. È una modalità, un’attitudine che non abitiamo abitualmente, ma nella quale possiamo essere accompagnati.

Questo significa che è possibile creare le condizioni perché la capacità intuitiva si attivi e si rafforzi.

Ogni sistema operativo – afferma l’autore – ha le sue regole di funzionamento e il “sistema operativo intuitivo” non fa eccezione. Giraudi individua 6 leggi fisiche che lo governano:

1. L’intuizione è come uno scoiattolo selvatico: non la catturi rincorrendola ma attirandola con un’esca

Quale? La capacità di creare quello che l’autore chiama il proprio Zero interiore.

2. L’intuizione comunica con noi attraverso elementi intermediari

Non si esprime a parole, ma attraverso elementi più sottili: stati d’animo, sensazioni, emozioni, simboli.

3. Un’intuizione non è qualcosa che trovi ma qualcosa di cui ti accorgi

Accorgersi, diversamente da trovare, è un’attività che richiede una condizione di profondo ascolto, di attesa, di quiete e di attenzione priva di aspettative.

4. L’intuizione si cattura tendendole un agguato

La fase di razionalizzazione dell’intuizione deve avvenire individualmente e velocemente: scrivendo, creando un’immagine, assumendo una posizione corporea, emettendo un suono, creando una mappa mentale così come viene. Anche in maniera confusa, ma ricca. L’importante è fermarla.

5. L’intuizione si manifesta quando noi non ci siamo

Per invitare l’intuizione a manifestarsi dobbiamo creare uno spazio di “vuoto pneumatico”, che attrae l’intuito e lo porta a livello cosciente.

6. L’intuizione si stabilizza quando viene integrata nella ragione

Solo quando integriamo l’intuito con la razionalità e la logica, l’intuizione diventa una risorsa stabile e sempre accessibile.

A partire da queste sei leggi fisiche, l’autore elabora un metodo che consente di creare le condizioni perché le facoltà intuitive possano esprimersi liberamente, senza ostacoli e inibizioni. E lo fa presentando alcune case histories, che mostrano – a partire dalla sua esperienza – come le tecnologie dell’intuizione possano trovare un’applicazione concreta.

Il futuro delle organizzazioni

Mentre leggevo Tecnologie dell’intuizione mi sono tornate alla mente le riflessioni contenute in un altro (bellissimo!) libro: Reinventare le organizzazioni. Come creare organizzazioni ispirate al prossimo stadio della consapevolezza umana di Frederic Laloux, che ho recensito in questo post. Il libro di Giraudi si inserisce idealmente in questo filone di ricerca e contribuisce a nutrire una nuova stagione del pensiero manageriale – aperta a cogliere la natura umana nella sua totalità – che progressivamente sta prendendo corpo.

Le organizzazioni del futuro, afferma l’autore, saranno giungle intelligenti, sistemi ribelli guidati da unità d’intento.

Trovo questa immagine bellissima. Si evolveranno non per obiettivi, ma per attitudini spontanee che daranno vita a strategie, prodotti e mercati completamente nuovi.

Questo accadrà se avremo il coraggio di dare spazio all’intuizione come sorgente primaria di pensiero strategico.

Serve coraggio perché è necessario lasciar andare due dei pilastri su cui poggia il management contemporaneo: l’esercizio del potere e il bisogno di controllo. Per attivare uno spazio di possibilità, dal quale possa emergere il nostro miglior futuro.

Senza contare che un sistema aperto all’intuizione, che legittima e autorizza la libera espressione, tenderà a diventare un organismo ben connesso con l’ambiente e con i suoi stakeholder.  Un sistema capace di mettere in connessione le persone con le loro migliori potenzialità. Come individui, team, organizzazioni e come società civile.

L’intuizione è infatti un elemento capace di tenere insieme l’interesse individuale e quello collettivo.

Recuperare familiarità con questa facoltà, portandola nelle pratiche lavorative e decisionali delle organizzazioni, scatenerà una piccola rivoluzione. Perché – conclude Giraudi – permetterà alle persone di accedere a una fonte di ispirazione fertile, saggia e, per sua natura, responsabile e sostenibile.

Spero di essere riuscito a trasmettere almeno una parte delle emozioni che ho provato leggendo Tecnologie dell’intuizione. Un libro che vi aiuterà a guardare alle organizzazioni, e soprattutto alle persone che le abitano, da una nuova prospettiva.

Grazie Enrico Giraudi per averlo scritto!

 

PER APPROFONDIRE

Autore: Roberto Fioretto

Manager della comunicazione e counselor con il pallino dello s-viluppo (inteso come liberazione dai viluppi che imbrigliano il potenziale) organizzativo. Osservatore appassionato dei sistemi che le persone attivano entrando in relazione. Amo esplorare le culture organizzative e considero come la parte più importante del mio lavoro mettere in contatto le persone (e me stesso) con il loro potenziale più alto. Autore di LeadEretici, il podcast dedicato alla leadership generativa.

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